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La Cattedrale, la cripta e la cisterna romana

DSCN0674Il primo nucleo della Cattedrale di Teano viene fatto risalire al IV sec. d. Cr. quando i cristiano vollero dare una nuova sepoltura alle ossa di san Paride all’interno delle mura fortificate della città. Su questo piccolo tempio venne edificato la prima cattedrale, iniziata dal Vescovo Guglielmo nel 1050 e portata a temine nel 1116 dal cardinale Pandulfo. La prima Cattedrale, detta Cattedrale di Mauro, doveva corrispondere alla attuale cappella laterale di sinistra detta del Sacramento ed aveva ingresso ai piedi della scala che dalla Cappella superiore conduce all’ingresso  della Cripta.  Il Duomo che si presenta ai fedeli nella configurazione attuale rappresenta un ampliamento della Cattedrale originaria dovuta all’intervento di Pandulfo che ingrandì e arricchì la preesistente cattedrale voluta da Guglielmo.Nel 1630 la Cattedrale subì un rifacimento su disegno dell’architetto Andrea Vaccaro. Dopo  la distruzione del tempio operata dai bombardamenti alleati del 1943, la Cattedrale fu ricostruita sotto la guida dell’architetto Pane e con l’occasione la chiesa, che era stata interessata da un rifacimento settecentesco in stile barocco, fu riportata all’originario stile romanico. La Cattedrale di Pandulfo si presentava a tre navate, divise da colonne e capitelli provenienti da diversi siti di età romana. La facciata fu arricchita da un porticato a tre arcate, ognuna di esse coincidente con i tre portali di ingresso. Nella costruzione della Cattedrale vennero riutilizzati materiali di spoglio provenienti da precedenti Chiese cristiane, nonché materiali provenienti da edifici pagani come colonne e capitelli, in gran parte recuperati proprio da un tempio pagano dedicato a Serapide esistenti nello stesso sito della Cattedrale. Testimonianza di tale riutilizzo di materiali sono le due sfingi egizie poste all’ingresso della Chiesa, ed i numerosi blocchi e stele funerarie inserite nel campanile, il cui piano terra è formati integralmente da blocchi di provenienza romana. Alla Cattedtale di Pandolfo risale il pergamo attuale, con le sue  quattro colonnine a trecce e a spirale poggianti su leoni stilofori e i quattro archi con i bassorilievi dei profeti Daniele, Isaia, Geremia e Amos. Il parapetto dell’ambone proviene da un monumento sepolcrale del 1300, e sulle facce esterne furono scolpite lefigure dei protettori Paride ,Amasio, Urbano, Terenziano e Reparata. L’abside esistente nella Cattedrale di Pandulfo fu diviso,  in due parti cupolate divise da un piccolo arco trionfale. Questa ultima modifica, di cui non si conosce la datazione,  è dovuta ad un  Goffredo Galluccio, appartenente alla nobile e potente famiglia di Teano. Nel trentennio del secolo XVI il Vescovo Sertorio fece costruire il bellissimo coro ligneo, prezioso lavoro di intaglio e di intarsio  che raggiunge delicati effetti pittorici grazie all’uso di legni di diverso colore. Gravemente danneggiato dai bombardamenti, il coro è stato egregiamente restaurato negli anni cinquanti dai maestri di scuola sorrentina.

Il presbiterio è dominato dallo straordinario crocefisso trecentesco lingneo, trovato inaspettatamente sotto le macerie dei
bombardamenti ed attribuito da Raffaello Causa e da Roberto Longhi a Oderisi da Gubbio. allievo di Giotto.

Nel 1700 il Vescovo Giuseppe Martino da Pozzo promosse la costruzione

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di un cappellone collegato alla navata di destra della Cattedrale per spostare in questa le ossa del Santo protettore Paride che fino a quel momento erano collocate nella cripta sottostante la Cappella del Sacramento. Tale collocazione in spazi angusti e di difficile accesso non rispondeva alle esigenze del forte culto che era cresciuto intorno alle reliquie del Santo, soprattutto dopo la sconfitta del ribelle Papone che aveva assediato a lungo e inflitto sofferenze alla popolazione. Fu quindi aperto un varco nella parete di destra e costruito nel cortile del seminario un cappellone sullo stesso stile della Cappella del Tesoro di san Gennaro. Per abbellire il Cappellone furono commissionati  al grande pittore barocco Francesco De Mura tre tele riproducesti San Paride, San Martino e San Giuseppe, i due nome del Vescovo Del Pozzo. Nelle quattro nicchie d’angolo furono collocate statue di gesso: S. Urbano, S. Amasio,

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S. Lucia e S. Giuliana. Il Papa Benedetto XIII, che soggiornò a Teano per otto giorni, raccomando di traslare le ossa di Paride nel cappellone e tale operazione fu solennemente eseguita il 31 maggio 1732.

I bombardamenti dell’ottobre del 1943 distrussero quasi totalmente la Cattedrale, insieme alla curia vescovile ed alla preziosa biblioteca di Epifanio Monaco in cui erano conservati rari manoscritti.  I lavori di ricostruzione affidati all’architetto pane durarono 14 anni e si conclusero nel 1957 con la  nuova  consacrazione a San Giovanni. L’interno della Chiesa fu riportato all’originaria pianta Romanico, mentre sono state apportate modifiche all’abside con l’arretramento dello spazio alla prima colonna e con l’accresciuta altezza del secondo arco trionfale ed è stata modificata l’articolazione delle cappelle laterali. Forti cambiamenti ha invece subito l’esterno della Chiesa. Il portico rinascimentale a tre arcate a tutto sesto è stato trasformato in un portico architravato sorretto da quattro colonne e la facciata è stata ricostruita con una pietra grigia estratta dalle cave di Casi.

LA CRIPTA

La Cripta si trova sul lato sinistro della Cattedrale e ad essa si accede dalle scale esistenti all’inizio della Cappella del Sacramento. La Cripta è costituita da quattro elementi. I primi tre elementi che erano stati costruiti come spazi sepolcrali, ospitano i materiali provenienti dalle antiche cattedrali divisi in tre sezioni: balaustre, sculture, epigrafi ed effigi di vescovi. Nella quarta sezione si trova la antica tomba di San Paride. Al termine del percorso di attraversamento della Cripta si accede ad un ambiente in cui è collocata una cisterna di età romana.